Negli scorsi giorni Standard & Poor’s ha confermato il rating di BBB- con outlook stabile sul debito a lungo termine dell’Italia. La decisione è tutt’altro che sorprendente, considerato che l’agenzia di rating, partendo dal giudizio più cauto tra le principali agenzie (il gradino più basso dell’area investment grade), aveva confermato rating e outlook anche all’indomani del risultato del referendum costituzionale (a differenza delle altre rating agencies, che avevano invece condotto in peggioramento i propri giudizi).
Che cosa prevede S&P
Nel suo comunicato, S&P stima una crescita del PIL italiano dello 0,9% per il 2017 e dell’1-1,2% per il periodo 2018-20, con una stabilizzazione del rapporto debito/PIL al 131% nel 2017 (al netto delle garanzie all’EFSF) e un calo solo verso la fine del periodo di stima (2018-20).
I rischi
Le stime dell’agenzia di rating sono tuttavia soggette ad alcuni rischi evidentemente non sottovalutabili. Il primo è certamente di natura politica, che è determinato dall’incertezza in merito all’esito delle prossime elezioni nazionali. Nelle more delle nuove elezioni (sia che si tengano nel 2017, sia che accadano nel 2018, l’agenzia di rating si attende qualche novità dal governo Gentiloni, non tanto in termini di nuove riforme, quanto in relazione all’implementazione delle misure avviate dal precedente esecutivo, pubblica amministrazione e giustizia in testa.
Tra gli altri rischi, spiccano quelli legati al sistema bancario, valutato che – secondo le previsioni dell’agenzia – il fondo da 20 miliardi di euro a suo tempo costituito per le esigenze di ricapitalizzazione delle banche potrebbe non essere sufficiente.
La view
Anche se la view non è pessimista sul futuro, e l’outlook è stabile, l’agenzia ritiene opportuno ricordare che il proprio rating potrebbe essere condotto in ribasso nelle ipotesi in cui il governo non fosse più in grado di implementare le politiche necessarie per sostenere la crescita e favorire un calo del debito, o ancora se vi fosse un peggioramento della posizione verso l’estero.
Di contro, l’agenzia apre a potenziali miglioramenti del proprio giudizio nell’ipotesi in cui il rapporto tra il debito e il PIL possa essere condotto in diminuzione, o ancora se il governo continuasse a implementare riforme strutturali che aiutino la ripresa economica. Sono inoltre aperte opportunità di miglioramento del rating nelle ipotesi di ulteriori miglioramenti nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria.
A margine di quanto sopra, e dopo i downgrade da parte di DBRS e Fitch e la conferma da parte di S&P, ricordiamo che il prossimo appuntamento con l’esame delle principali agenzie di rating è fissato al 9 giugno 2017, data in cui si pronuncerà Moody’s, il cui rating attuale sull’Italia è Baa2, con outlook peggiorato a negativo all’indomani del risultato del referendum costituzionale ma poi confermato lo scorso 10 febbraio.