Il titolo Mediaset è instabile: colpa di Vivendi?

Mediaset perde quota alla luce della comunicazione di Vivendi emanata nel corso dell’ultima settimana di luglio, nella quale il gruppo francese aveva ritratto la volontà di acquisire la società in toto e di limitarsi ad una minima percentuale di acquisizione. Gli analisti sono concordi nell’affermare che si tratterà di una battaglia legale dura e ‘sanguinosa’, quindi hanno consigliato massima cautela negli investimenti che interessano il titolo del biscione.

Nel frattempo, l’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine ha ribadito di essere fiducioso, perché è ancora possibile trovare un accordo fra le parti e, se così non fosse, Vivendi sarà orientata ad altri investimenti per crescere e allargare il suo mercato nel sud dell’Europa.

Il punto di rottura si era registrato con la scelta di Vivendi di non acquisire la totalità di Mediaset Premium, nonostante nel mese di aprile fosse stato raggiunto un accordo. La proposta del gruppo francese si è ridotta al 20% del capitale globale, che in tre anni dovrebbe portarla a detenere il 15% del gruppo. Secondo Vivendi il problema interessa il business plan di Mediaset, che si baserebbe su ipotesi non realistiche e impossibili da attuare per riportare equilibrio operativo entro il 2018.

Quotazione Azioni Mediaset in tempo reale

Gli analisti hanno quindi parlato di una ‘distanza’ di pensiero incolmabile e sui titoli di Mediaset potrebbe ora pesare il dietrofront del gruppo francese, quindi la decisione a casa Mediaset di dare filo da torcere ai francesi per il voltafaccia compiuto. La scelta si tradurrebbe, a conti fatti, in una battaglia legale lunga e dai risultati alquanto imprevedibili.

Si tratta di una questione molto spinosa e che in un baleno ha saputo cambiare le carte in tavola in un affare che sembrava essere felicemente concluso ancora nei primi mesi della primavera. Il voltafaccia francese ha infatti dato vita alle ire del gruppo del Biscione, che oltre ad essersi sentito ‘colpito’ sull’onore ha dichiarato di non voler mollare la presa e di fare guerra a Vivendi per la condizione in cui si trova attualmente, fuori dal controllo e con le azioni considerate instabili a breve medio termine, ma molto probabilmente anche sul lungo periodo.

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