Li avevamo abbandonati più di 10 anni fa, quando la loro presenza all’interno dei portafogli degli investitori italiani era presagio (ben più di tale, in verità) di sventura. E oggi, a 15 anni dalla loro ultima emissione, l’Argentina ritorna sul mercato obbligazionario, con Buenos Aires che sta pianificando per i prossimi giorni un’emissione straordinaria di bond per 12,5 miliardi di dollari (pari a poco meno di 11 miliardi di euro al cambio attuale) nei mercati di Stati Uniti e di Regno Unito.
A ben vedere, la nuova emissione di aprile 2016 sarà la prima proposta di titoli di stato argentini a livello globale dopo il default del 2001. E proprio per agevolare lo sbarco dei bond sudamericani nei mercati regolamentati, nelle prossime ore alcuni funzionari argentini, guidati dal segretario delle finanze, Luis Caputo, incontreranno gli investitori a New York, Los Angeles e Washington, secondo quanto si evince da una lettera ottenuta dal Wall Street Journal e inviata ai potenziali investitori da Deutsche Bank, uno dei quattro istituti che sottoscrivono l’operazione (gli altri istituti coinvolti sono invece Hsbc, Jp Morgan e Santander).
Detto ciò, risulta di interesse comprendere la genesi di tale operazione. Un’origine che ha ben pochi misteri, visto e considerato che per stesse (e molteplice) ammissione dei rappresentanti del governo di Buenos Aires, l’esecutivo intende utilizzare i ricavi dell’emissione per ripagare i detentori dei bond andati precedente in default. Insomma, una nuova emissione per poter ricompensare i titolari delle vecchie emissioni.
Nel 2001, infatti, l’Argentina fu protagonista di uno dei più gravi crac della storia, con un deficit di oltre 80 miliardi di dollari (poco più di 70 miliardi di euro), e con risparmiatori di tutto il mondo coinvolti a più riprese. Dal 2001 ad oggi, le autorità del Paese sudamericano si sono trovate più volte nel tentativo di raggiungere delle intese con vari gruppi di obbligazionisti per mettere fine all’isolamento dell’Argentina nei mercati finanziari globali. Il passo in avanti più corposo è stato compiuto nel corso dell’ultimo mese di febbraio, quando il governo guidato dal presidente Mauricio Macri ha trovato un accordo con un gruppo di hedge fund americani guidati da Elliott Management: un evento che ha permesso di poter mettere le basi per un formale ritorno dell’Argentina sul mercato obbligazionario.
Stando ai termini dell’intesa raggiunta, Buenos Aires dovrebbe ripagare ai propri creditori
4,65 miliardi di dollari (poco più di 4 miliardi di euro) entro il 14 aprile. Una scadenza molto ravvicinata, che secondo alcuni funzionari sarebbe anche “troppo” ravvicinata e potrebbe pertanto non essere rispettata, ritardando così i piani governativi per l’emissione di nuovi titoli di debito.