Veneto Banca: previsto aumento a 0,1 euro, Atlante entrerà solo al 51%.

Proprio quando è giunto il comunicato del consiglio di amministrazione , il comparto bancario di Veneto Banca è stato di nuovo bersaglio di vendite. La possibilità che i vecchi soci decidano di restare ancora sul campo, non è affatto da escludere. Alcuni di loro stanno, infatti, valutando l’ipotesi di ricapitalizzazione, favorendo in questo modo l’approdo a Piazza Affari. Diversamente, secondo quanto riportato dall’Ansa, il fondo di Quaestio sgr entrerà in azione solo in cambio del 51% di capitale.

Dopo più di 24 ore, il consiglio d’amministrazione di Veneto Banca ha finalmente stabilito quale sarà l’aumento di capitale finalizzato alla quotazione. Il cda ha concesso l’aumento e il fondo Atlante sottoscriverà l’eventuale inoptato al termine dell’offerta a un prezzo non superiore a 0,1 euro.

Il caso ha suscitato non poco subbuglio. Nell’attesa della decisione ufficiale del consiglio d’amministrazione di Veneto Banca, diverse, e talvolta contraddittorie, sono state le dichiarazione rivelate.

Tutto ciò ha contribuito a creare un clima teso e pieno d’incertezze, in un momento abbastanza delicato sia per Veneto Banca, che per l’intero settore bancario italiano in generale. La conseguenza, non del tutto casuale, è stata, infatti, quella di far aumentare in Borsa le vendite dei titoli delle Popolari, come Banco Popolare -7%, Bpm e Bper – 5% cosa che ha fatto precipitare nuovamente Unicredit sotto la soglia dei 3 euro, con esattezza -4% a 2,88 euro.

Dunque, un clima nettamente sfavorevole che vede una evidente ostilità, da parte del mercato, le operazione di Veneto Banca, clima alimentato anche dalle indagini di pre-marketing che in questo ultimo periodo hanno coinvolto diversi economi, e che pone in maniera sempre più ovvia la questione Atlante, ovvero: se sarà costretto a intervenire per garantire la sottoscrizione dell’aumento o se, addirittura, ne diverrà alla fine l’azionista pressoché unico.

Tuttavia, pare proprio che l’istituto di Montebelluna e molti soci storici non vogliono assolutamente mollare la presa, intenzionati ad una ricapitalizzazione. Tra l’altro, i vecchi azionisti avrebbero anche il diritto di prelazione sulle altre azioni e più di un 20-25%, sarebbe intenzionato ad agire in questa maniera. Una quota significativa, dunque, sia perché permetterebbe, quasi per certo, a Veneto Banca l’approdo a Piazza Affari, sia perché permetterebbe ai soci, che hanno espresso l’attuale consiglio d’amministrazione, di consolidare maggiormente la propria posizione. Ma, Atlante non ha esattamente intenzione che ciò possa verificarsi e, per questa ragione, ha deciso di intervenire a sostegno dell’operazione, solo se gli verrà concesso di raggiungere almeno il 51% del capitale. Questa notizia è più di una indiscrezione, in quanto è stata proprio l’agenzia Ansa a portarla alla luce, affermando, in un comunicato, come l’entrata a favore di Veneto Banca da parte di Atlante sarà subordinata da una considerevole fetta di capitale.

Un atteggiamento, quello di Atlante, che ha stupito in molti, specie perché in netta contrapposizione rispetto al modo con cui si era presentato al mercato alla vigilia dell’operazione sulla Popolare vicentina. D’altra parte i soci si auspicano di riuscire a raccogliere il 25% del capitale necessario alla quotazione, anche se ammettano che la strada da compiere per ottenere ciò sarà dura ed in salita.

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