Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha lanciato l’allarme in un’audizione alla commissione parlamentare antimafia: sarebbero troppi i bonifici in partenza dall’Italia e diretti verso i paradisi fiscali. Addirittura il 36% in più rispetto alla media degli altri bonifici esteri, sono destinati verso queste mete tanto ambite, dove poter nascondere totalmente i soldi a qualunque forma di controllo di legalità e di tassazione.
Secondo il Governatore della Banca d’Italia ci sarebbe poi una forte correlazione tra le località di partenza dei bonifici e quella di destinazione (risultati positivamente correlati sia con i tassi di criminalità legati ai furti ed al traffico di droga nella provincia di origine del bonifico, sia con le misure del rischio di riciclaggio e di opacità della legislazione finanziaria nei Paesi di destinazione). In particolare Ignazio Visco fa riferimento ai proventi della criminalità organizzata, che porta fuori sempre più spesso i suoi guadagni illeciti frutto di ruberie, estorsioni, riciclaggio e criminalità varie, lontano insomma dagli occhi delle autorità italiane ed europee.
Purtroppo anche per questo motivo, molti sarebbero i bonifici di grosse dimensioni, partiti o in partenza dalle regione del nostro Meridione, dove i redditi e la ricchezza sono più bassi del resto d’Italia, ma purtroppo dove la malavita organizzata mantiene il quartiere generale delle proprie operazioni, seppur ormai quest’ultime siano distribuite su tutto il territorio nazionale, anche grazie alla collusione con i poteri politici ed economici del nostro Paese.
“Sarebbe indispensabile organizzare una lista non solo dei paradisi fiscali, come finora è stato fatto suddividendo gli elementi dei risultati in black list e white list, ma un’altra contenente una serie di Paesi contraddistinti dal rating di legalità, un concetto già espresso nel decreto ministeriale del Tesoro secondo cui le banche devono tener conto anche di questo parametro nell’erogare prestiti e finanziamenti” ha dichiarato Visco, misure utili tra l’altro ad evitare che come al solito tra crisi economica ed evasione fiscale, siano sempre i soliti noti a dover pagare le tasse per coprire le ruberie altrui.
I paradisi fiscali poi hanno creato un danno ingente all’economia reale italiana, per oltre il 10% del Pil secondi gli studi effettuati sempre da Bankitalia, ed anche per questo motivo Visco ha raccomandato che le istituzioni si facciano portavoce di una diffusione nella cultura di cittadini e imprese dei valori della legalità e della correttezza, processo questo che vede la scuola avere un ruolo centrale.
Visco ha spiegato infine che il pericolo d‘infiltrazioni criminali ha ridotto tra il 2006 ed il 2012 gli investimenti esteri, che sarebbero stati in condizioni diverse il 15% in più, e cioè abbiamo perso una cifra di circa 16 miliardi di euro, rispetto a quelli realmente effettuati nello stesso periodo. Quindi la criminalità ha rappresentato un ulteriore danno tangibile per il Pil, la ricchezza e l’occupazione dei cittadini italiani.