Wind Tre diventa il primo operatore mobile italiano

Il 31 dicembre 2016 è nata ufficialmente la nuova società Wind Tre, nata dalla fusione dei due operatori telefonici già presenti sul mercato delle telecomunicazioni nostrano.

La neonata azienda è la prima per numero di clienti di telefonia mobile in Italia con i suoi oltre 31 milioni di clienti. La compagnia ha inoltre quasi 3 milione di utenti per il servizio di telefonia fissa.

L’accordo tra CK Hutchinson e VimpelCom

I due operatori erano il terzo ed il quarto per numero di utenti; ora potranno superare, anche se di poco, gli storici leader di mercato Tim e Vodafone.

Tre Italia è una società che opera nel nostro paese dal 2003 ed è di proprietà di CK Hutchinson Holdings Limited, un gruppo con sede a Hong Kong ed operante in vari settori oltre che nelle telecomunicazioni.

Wind Telecomunicazioni è invece sul mercato dal 1998, quando nacque grazie ad un accordo tra Enel, France Telecom e Deutsche Telekom.

Negli anni l’azienda è cresciuta inglobando la compagnia di telefonia fissa Infostrada e l’operatore mobile Blu. Dal 2010 è di proprietà del gruppo di TLC russo VimpelCom, che è presente in varie nazioni con Beeline ed altri brand.

I vertici delle due società lo scorso 6 agosto hanno sancito un accordo per avviare una fusione tra le due aziende con una joint venture paritetica: entrambe saranno proprietarie al 50% della nuova compagnia.

La fusione è stata ideata per mettere in comune le risorse ed il know-how dei due gruppi al fine di riuscire a competere al meglio con Tim e Vodafone; offrendo inoltre un migliore servizio grazie all’aumento della copertura telefonica dato dalle rispettive reti.

Maximo Ibarra è l’Ad di Wind Tre

Al timone di Wind Tre ci sarà Maximo Ibarra, ex amministratore delegato di Wind; Vincenzo Novari, l’ex chairman di Tre Italia, è stato invece nominato senior advisor.

Il consiglio di amministrazione della nuova società si compone di 6 membri, 3 per ciascuna delle due compagnie facenti parti del gruppo.

Ogni 18 mesi ci sarà un cambio di amministratore delegato e nella carica si alterneranno membri dell’una e dell’altra azienda.

Al momento però nulla cambia per i consumatori: le compagnie agiranno ancora in autonomia e a partire da questa estate inizieranno a integrare le proprie reti.

La fusione tra i due marchi verrà ultimata nel 2019, ma presto inizieranno degli investimenti per 7 miliardi di euro al fine di realizzare una piattaforma per la banda ultralarga in partnership con Enel Open Fiber.

L’arrivo di Iliad sul mercato

Prima di essere ultimata, l’operazione di fusione è stata sottoposta al vaglio dell’Autorità Antitrust della Comunità Europea, in quanto dall’unione del terzo e del quarto operatore telefonico è nata un’azienda che detiene il 33% del mercato mobile italiano, mentre Tim si ferma al 30% e Vodafone al 29%.

Il resto del market share è diviso tra operatori che non hanno una propria rete come Postemobile e Fastweb.

La condizione decisiva per l’approvazione dell’unione tra i due gruppi è stata la garanzia da parte di Wind Tre della cessione di alcuni asset strategici alla società francese di telecomunicazioni Iliad; per poterle permettere di sbarcare sul nostro mercato ed evitare così che i tre colossi già presenti si spartissero il mercato ai danni dei consumatori.

Wind Tre dovrà fornire l’utilizzo delle proprie frequenze e della propria rete al nuovo competitor almeno fino a quando questo non avrà provveduto a dotarsi delle infrastrutture tecnologiche adeguate.

Iliad è un operatore low cost, il quarto per quota di mercato in Francia, guidato da Xavier Niel: con 1,5 miliardi di investimento si è assicurato la trattativa per gli asset ceduti da Wind Tre, con i quali approderà nel mercato delle TLC italiano.

Niel conosce bene il mercato italiano in quanto deteneva delle quote in Telecom, ma ora ha dovuto cederle per evitare un conflitto di interessi tra il prossimo probabile quarto operatore italiano e l’ex leader di mercato.

Per scoprire i dettagli dell’offerta telefonica del nuovo operatore dovremo con tutta probabilità attendere l’estate.

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