Cosa vi dicevamo qualche giorno fa sulla volubilità dei mercati? La telenovela greca ormai rasenta il ridicolo e le Borse ci “cascano” ogni volta: accordo vicino, volano, accordo lontano o ritardato, crollo.
L’accordo tra la Grecia, l’Ue ed i creditori internazionali slitta ancora ed allora le Borse Europee frenano i guadagni, dopo l’ottimo avio frutto dei dati positivi sul manifatturiero (l’indice Pmi manifatturiero di Markit è salito a 55,7 punti a Marzo, il risultato migliore degli ultimi cinque mesi): nell’ordine Milano + 0,6%, Londra + 0,5%, Parigi + 0,4% e Francoforte + 0,2%.
Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi si conferma piuttosto stabile come in tutto l’ultimo periodo: il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi si attesta in area 110 punti base, che significa un rendimento annuo dell’1,26%, mentre il rendimento dei Bund decennali scende addirittura allo 0,16%. La Banca Centrale della Germania tra l’altro ha comunicato che il rapporto debito pubblico / Pil continua a a diminuire: un leggero aumento in valori assoluti del debito è stato più che compensato dalla crescita del Pil.
L’euro guadagna qualcosina sul dollaro: 1 euro vale oggi 1,0768 dollari.
L’avvio ancora debole di Wall Street ha contribuito a rallentare la crescita delle Borse europee: esso è stato dovuto alla delusione conseguente alla pubblicazione dei dati sul lavoro nel privato: 189mila nuovi posti di lavoro contro le attese per un incremento di 225mila unità (ed in Italia che invece continuano scendere, allora cosa dovremmo dire?). Ma l’economia degli Stati Uniti ha davanti sé a breve tanti avvenimenti che ci diranno di più sul suo stato di salute.
Il possibile accordo sull’Iran invece torna a spingere in basso il prezzo del petrolio, che apre in calo a New York, dove le quotazioni perdono lo 0,19%.
Salgono infine le quotazioni dell’oro sui mercati asiatici, che guadagnano lo 0,5%. L’oro viene oggi quotato 1189 dollari l’oncia.