AdBlock verso il miliardo di download : un danno per gli editori ?

Siamo invasi dalla pubblicità sul web, questo è un dato di fatto. Molti siti web anche di testate giornalistiche online hanno gravi problemi di usabilità ed alcuni non sono facilmente navigabili a cause della pubblicità invasiva che troviamo su molte pagine.

Da una parte ci sono gli editori dei siti che devono guadagnare per sostenere economicamente le loro testate, dall’altra gli utenti che vorrebbero un web sicuro e senza pubblicità.

La guerra tra editori e utenti è da sempre accesa. Varie proposte sono state avanzate per cercare di frenare un fenomeno (quello pubblicitario) in continuo aumento. Da un pò di tempo alcune aziende hanno iniziato a progettare dei software che si installano sul browser per bloccare le pubblicità : sono gli adblocker.

Cos’è un adblocker o ad block?

Sono essenzialmente delle estensioni software che possono essere installati sul proprio browser dall’apposita sezione e servono per bloccare i contenuti pubblicitari su una pagina web.

Nel momento in cui l’utente naviga con attivo un adblocker tutte o quasi tutti gli annunci pubblicitari vengono bloccati.

I vantaggi sono evidenti. Si ha una navigazione più pulita con un grande aumento della fruibilità del contenuto oltre a risparmiare risorse sopratutto se si naviga in mobilità e si ha un piano mobile a consumo ad esempio.

AdBlock Plus : numeri impressionanti

Il software più conosciuto attualmente si chiama AdBlock Plus, una estensione sviluppata da una società tedesca la Eyeo che sta per raggiungere il miliardo di download.

Numeri da brivido per gli editori web che rischiano di perdere moltissimo del loro fatturato.

In Italia se prima non lo conosceva nessuno oggi si stima che ci sia stato un aumento consistente degli utilizzatori degli adblocker. Sono numeri ancora bassi che però potrebbero crescere anche rapidamente sopratutto in un paese come l’Italia in cui il tasso di penetrazione delle tecnologie mobile è molto elevato.

AdBlocker : un possibile nuovo business ? La società che produce AdBlock Plus starebbe per lanciare sul mercato addirittura un browser specifico che blocca in automatico le pubblicità.

Quello che pensiamo noi è che bloccare la pubblicità invasiva potrebbe essere positivo se fatto in un contesto di libertà e trasparenza. Dovrebbe esserci magari un progetto open source che definisca degli standard per i siti web e non una società che fa business.

Non a caso i fondatori di Adblock Plus stanno collaborando con il team di The Pirate Bay per proporre agli editori un nuovo modo di fare business con una piattaforma in cui sarebbero gli utenti stessi a pagare gli editori. La proposta chiamata Flattr Plus avrebbe addirittura un sistema di pagamenti integrato.

Insomma un qualcosa che non ha nulla a che fare col web libero perchè equivarrebbe a cedere il controllo delle entrate ad una azienda terza, una sorta di mini “estorsione”.

Il danno per gli editori e le contromisure possibili

Ma cosa comporta l’utilizzo degli AdBlocker per gli editori che si sostengono tramite la pubblicità? Un danno che è stimato in più di 25 miliardi di dollari l’anno. Molti utilizzano questi software per bloccare la pubblicità ma non si rendono conto che “dietro” ci sono dei costi per le aziende ed i contenuti vengono offerti in maniera gratuita.

Se la pubblicità è in aumento anche grazie all’aumento su mobile (+66%) dall’altra i ricavi rischano di scendere grazie ad un nemico, l’adblock, che sta diventando sempre più ingombrante.

Molte delle aziende, anche quelle più conosciute come Amazon e Ebay, fondano gran parte del modello di business sugli utenti che vengono profilati e a cui vengono sottoposti i prodotti in base ai loro recenti acquisti o interessi. Se è vero che molte volte la pubblicità è invasiva è anche vero che aziende come Facebook offrono annunci in base a quello che facciamo ma offrendo un servizio che funziona.

Dunque l’attenzione dovrebbe essere spostata su un canale diverso che è quello della pubblicità che funziona. Se un sito web profila i miei dati ed offre pubblicità ma offre un grande servizio allora è utile e crea valore.

Cosa possono fare gli editori ? Alcune aziende anche note stanno provando a forzare la mano oscurando i contenuti nel momento in cui l’utente che visita il sito ha attivato degli adblocker chiedendo la rimozione. Ad esempio Yahoo sta bloccando il servizio di Yahoo Mail se rileva che è stato installato un software di ad-blocking nel browser come potete vedere in questa schermata:

yahoo-mail-adblock

Il messaggio dice “Si prega di disabilitare Ad Blocker di continuare a utilizzare Yahoo Mail”.

La portavoce di Yahoo ha affermato che stanno testando una versione di Yahoo per bloccare chi ha installato questi software negli Stati Uniti, per fornire nuove esperienze d’uso. Una mossa che arriva quando i ricavi pubblicitari di Yahoo sono in netta diminuzione.

Anche in Italia abbiamo degli esempi eclatanti, ad esempio il noto sito di informatica di Salvatore Aranzulla sta bloccando l’accesso ai contenuti agli utenti che utilizzano questi software di blocco.

Ci ritroveremo dunque in un web in cui molti contenuti saranno offline ? La pubblicità è una fonte importantissima di reddito per le aziende e gli editori che lavorano nel web, a volte anche l’unica a disposizione e dunque crediamo che se gli adblock diventeranno uno standard molti di loro saranno costretti a ripensare le loro strategie per rimanere in vita.

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