In virtù di un giovedì piuttosto influente, contraddistinto dall’esito accomodante della riunione BCE, la deludente vittoria dei conservatori alle anticipate elezioni britanniche e l’acuirsi del Russiagate, il fine settimana si preannuncia particolarmente importante sul fronte dei mercati finanziari. Cerchiamo di riassumere che cosa è accaduto, e che cosa potrebbe accadere nei principali comparti di investimento.
Un giovedì ricco di eventi
La giornata di ieri ha apportato una serie di rilevanti notizie agli appassionati di analisi fondamentale. La riunione BCE si è chiusa come da attese, con una visione positiva sulla crescita economica ma poco confortante sul fronte dell’inflazione: Draghi non ha potuto far altro che ribadire che la BCE offrirà il suo supporto ancora a lungo, e fino a quando sarà comunque necessario.
Maggiori sono state le sorprese sul fronte delle elezioni britanniche: l’azzardo della May, che desiderava rafforzare la sua maggioranza prima che i negoziati entrassero nel vivo, è fallito. I conservatori hanno perso seggi e, ora, per governare saranno costretti a trovare un alleato (probabilmente nei nordirlandesi del DUP). Negli USA, intanto, le tensioni sul Russiagate si fanno sempre più vive.
Azioni
Sul mercato azionario rileviamo una chiusura in lieve rialzo per Wall Street, con gli analisti ben attenti a comprendere cosa uscisse fuori dalla testimonianza dell’ex direttore dell’FBI, le cui dichiarazioni non hanno per il momento avuto un impatto significativo sull’andamento dei principali indici azionari. Il mercato si conferma quindi su massimi assoluti, con le valutazioni che si presentano particolarmente elevate rispetto alla media storica, sebbene a supporto rimangano crescite degli utili più elevate: a conferma di ciò sia sufficiente dare uno sguardo ai dati del primo trimestre e alle stime per l’intero esercizio, con una crescita media degli utili trimestrali delle società dell’S&P500 pari al 14,1% a/a.
In Europa i mercati continuano a mostrarsi fortemente resilienti: nella prima parte della seduta di oggi si rafforzano in maniera quasi sorprendente, denotando un chiaro segno di come gli operatori abbiano già digerito gli eventi di ieri, e siano ora nuovamente concentrati ad analizzare i risultati societari e l’atteggiamento ancora accomodante da parte della Banca Centrale Europa. Il fatto che nelle prime ore del mattino sia l’indice britannico FTSE100 a registrare la migliore performance, in scia alla debolezza della sterlina, non stupisce.
Forex
Anche nel mercato valutario è ben possibile ricordare come gli eventi di ieri non abbiano avuto un impatto importante sul mercato dei cambi. In particolare, dopo che il Presidente Draghi ha diramato un comunicato estremamente accomodante (interpretato in chiave espansiva dal mercato), l’euro si è parzialmente indebolito, per poi ricevere un impulso verso il basso anche dalle vicende politiche statunitensi (che invece non hanno avuto lo stesso effetto sui mercati azionari.
Più tangibile è la conseguenza di quanto avvenuto a Londra, con il risultato elettorale britannico che ha indebolito la valuta d’oltre Manica: la sterlina ha perso circa il 2% nella notte contro dollaro. Movimenti piuttosto ampi anche per lo yen, che si è riportato in area 110 contro dollaro, mettendo a segno un’ampia correzione anche sulla scia delle parole di Kuroda che ha sottolineato la persistente e ampia distanza dell’inflazione effettiva rispetto al target del 2%.
Commodities
Spostandoci sul fronte delle materie prime, l’apertura delle contrattazioni europee sta facendo valutare delle variazioni ancora negative sui petroliferi, sui metalli preziosi e quelli industriali, mentre si stanno muovendo in modo positivo i beni agricoli. Ad ogni modo, le oscillazioni sono piuttosto lievi, e il greggio continua ad essere influenzato dalle criticità legate all’aumento delle scorte statunitensi e dalle tensioni che toccano alcuni Membri OPEC.
Macro
Per quanto infine concerne uno sguardo agli ultimi aggiornamenti di analisi fondamentale, che immaginiamo diventeranno sempre più preponderanti con il passare delle ore, rileviamo come in Germania siano stati rilasciati i dati relativi agli scambi con l’estero in aprile: deludendo le aspettative, la bilancia commerciale è calata a 18,1 miliardi di euro, mentre il saldo delle partite correnti è sceso a 15,1 miliardi di euro. L’export tedesco ha registrato una lieve accelerazione di +0,9% m/m in aprile dal precedente +0,4% m/m, mentre l’import ha visto una crescita quasi dimezzata al +1,2% m/m dal +2,1% m/m di marzo.
Tra gli altri dati, rileviamo come la produzione industriale francese abbia deluso le attese con diminuzione di mezzo punto su base mensile, contro un consenso da parte dei principali analisti economico finanziari che invece prevedeva una variazione positiva al +0,2% m/m. Su base annua, la crescita è stata del +0,6%. Il dato di dettaglio mostra come la produzione manifatturiera abbia pesato negativamente sulla dinamica industriale con una contrazione di -1,2% m/m, superiore alle attese di -0,5% m/m e di tre punti percentuali rispetto a marzo. Il comparto manifatturiero ha infine determinato una variazione deludente, con incremento dell’1,1% a/a, contro attese di +1,8% a/a e contro dato precedente pari a 3,9% a/a.