Borse deboli mentre l’Eurogruppo decide sulla Grecia

E’ stato il giorno dell’Eurogruppo, anche se per le decisioni definitive non era quella di oggi la data buona. Tsipras ha ufficialmente chiesto 6 mesi di tempo con i relativi soldi per arrivare alla definizione di un nuovo programma di aiuti e di riforme che sostituisca l’attuale impegno preso con la Troika, con la mediazione dell’Ocse, i cui contenuti però andranno a ricalcare per il 70% quanto stabilito dalla Troika stessa precedentemente, ed intanto lo stesso premier greco farà ripartire la privatizzazione del Pireo.

La Germania dal canto suo, rimane assolutamente contraria, guidata dal falco Wolfgang Schaeuble.

Nonostante queste tensioni, il mercato obbligazionario oggi ha ripreso a scendere sull’effetto psicologico del prossimo avvio del Quantitative Easing. I titoli di stato italiani annuali sono stati ceduti ad un tasso d’interesse di appena lo 0,209%, contro lo 0,243% del mese di Gennaio. Situazione capovolta rispetto alla Grecia, che ha collocato oggi titoli di Stato a tre mesi per un ammontare pari a 1,1375 miliardi di euro, con rendimenti in salita e domanda in discesa. Il tasso d’interesse, infatti, è stato fissato al 2,5% contro il 2,15% della precedente emissione di Gennaio.
In attesa di novità da Bruxelles, le Borse comunque chiudono la giornata tutte in ribasso: male in particolare Milano che perde lo 0,8%, Parigi lo 0,35%, Londra lo 0,16%, mentre Francoforte sfiora il pareggio (chiudendo a -0,02). La Borsa di Atene infine, ieri apparsa fiduciosa su un accordo e quindi in rialzo dell’8%, oggi chiude invece molto timorosa, in calo addirittura del 4,02%.
L’euro chiude a 1,1286 dollari e tocca un minimo da sette anni, vista la situazione anche qui della Grecia ed il vertice di Misk sulla delicatissima situazione dell’Ucraina. Resta alta la volatilità sul mercato dei cambi: l’indice JPMorgan che misura le oscillazioni del forex, riporta Bloomberg, è ai massimi da un mese. In leggerissima salita lo spread tra btp italiani e bund tedeschi, che si attesta poco sopra i 130 punti base, con i titoli decennali italiani che rendono oggi l’1,68%. Continuano a salire pericolosamente quelli greci, arrivando all’11% di tasso d’interesse annuale, sempre nei titoli di stato decennali.

Sul fronte materie prime, volatilità e tensioni di questi giorni spingono in rialzo il bene rifugio per eccellenza, l’oro, che sale dello 0,4%, raggiungendo una quotazione di 1238 dollari l’oncia. Tutto questo mentre le scorte settimanali americane di petrolio hanno registrato un nuovo balzo fino a 418 milioni, facendo crollare le quotazioni del greggio: quelle del Wti subiscono un calo di quasi il 3%, passando a 48,3 dollari al barile. Scendono anche i prezzi al barile del petrolio Brent, del 4% circa, venendo quotate adesso a 54,27 dollari al barile.

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