Considerato il periodo abbastanza scarso sul fronte delle nuove pubblicazioni di dati macro europei, l’attenzione degli analisti e degli investitori ha finito con il focalizzarsi sulle statistiche asiatiche e in particolar modo sulla pubblicazione degli ultimi aggiornamenti legati all’evoluzione PIL cinese, che nel corso del 4° trimestre dell’ultimo anno ha messo a segno una performance in grado di superare le attese di consenso, confermandosi in crescita del 6,8% su base annua, come nel periodo precedente.
Il dato ha assunto una particolare rilevanza immediata, soprattutto se si considera che quella odierna rappresenta la prima accelerazione per l’indice annuale dell’incremento del PIL dal 2010 a questa parte, grazie a una crescita cumulata da inizio esercizio che si è confermata a 6,9% su anno, esattamente come nel trimestre precedente, mostrandosi dunque in accelerazione dal 6,7% su anno di fine 2016 e al di sopra delle previsioni del Governo (6,5% a/a).
Non tutto il dossier statistico è comunque stato in grado di apportare notizie positive, anche se – in verità – il lato negativo dei dati macro sembra essere legato unicamente alla variazione del dato su base trimestrale che, in linea con le previsioni di consenso, rallenta dall’1,8% t/t del 3° trimestre a 1,6% t/t. Una caratteristica comunque discretamente marginale all’interno del report, che pertanto non altera il quadro positivo per l’economia che, secondo l’ultima rilevazione, ha visto un rafforzamento del contributo dei consumi interni per una quota finale pari al 58,8% del PIL.
Indicazioni miste emergono invece dagli altri dati pubblicati per il mese di dicembre: le vendite al dettaglio hanno infatti rallentato da 10,2% a 9,4% in termini di variazione annuale, con una marginale correzione per l’indice di crescita cumulata da inizio anno a 10,2% a/a dal 10,3% a/a di novembre. Di contro, accelera la produzione industriale, che ora spinge da 6,1% a 6,2% a/a in dicembre con una conferma dell’indice cumulato da inizio anno a 6,6% a/a.
L’altra notizia principale della giornata è stata poi la pubblicazione del Beige Book negli Stati Uniti: il documento, dato in stampa nella serata di ieri, ha rilevato il proseguimento della crescita dell’attività a ritmi compresi fra “modesti e moderati” nella maggior parte dei distretti, delineando prospettive positive per il 2018.
Per quanto attiene un’analisi settoriale, tutte le principali industrie sono in espansione ad eccezione dell’immobiliare residenziale dove l’attività è limitata dalla scarsità di offerta. Le imprese lamentano ancora qualche criticità nel reperire lavoratori qualificati a fronte però di una dinamica salariale ancora “modesta”. Infine rimangono “modesti e moderati” gli aumenti dei prezzi in un contesto in cui l’opinione delle imprese riguardo agli effetti della riforma tributaria è divisa fra positiva e neutrale.
In un livello di sintesi, il Beige Book non sembra essere in grado di cambiare il quadro economico che è stato riportato dai dati di crescita solida e diffusa, con scarse pressioni su prezzi e salari. In linea con le indicazioni sul mercato immobiliare emerse dal Beige Book dovrebbero inoltre essere anche le statistiche odierne sulle costruzioni con le aperture di nuovi cantieri attese in contrazione a dicembre da 1.297 a 1.275 mila unità (variazione di -1,7% m/m) e i permessi di costruzione visti in calo da 1.303 a 1.295 mila unità nello stesso periodo con una diminuzione di -0,6% m/m in termini percentuali. L’ultimo mese dell’anno dovrebbe lasciare spazio a un marginale rallentamento per l’attività di costruzione dopo gli aumenti robusti dei mesi precedenti.