Che cosa sono i CDS (Credit Default Swap)

I Credit Default Swap (d’ora in poi, per brevità, CDS) sono degli strumenti derivati di “copertura”. Utilizzabili anche per fini speculativi, si tratta di strumenti piuttosto avanzati, la cui gestione attiva dovrebbe essere riconducibile alla sola abilità degli utenti finanziari più evoluti. Ma di cosa si tratta? E perché spesso si sente parlare di “quotazione” dei CDS? Ancora, i CDS sono degli efficaci indicatori di rischio, o no?

Cosa sono i CDS, in breve

Cominciamo con una prima definizione dei CDS, strumenti derivati che – sinteticamente – possono costituire una sorta di “assicurazione” del creditore su un contratto sottostante. Già da questa breve riconduzione terminologica dovrebbe essere piuttosto chiaro che i CDS sono nati e strutturati per esigenze di copertura e di protezione, contrariamente all’utilizzo distorto che molti investitori (e, in vero, anche molte banche) hanno fatto nel corso degli anni, causando il dissesto proprio o dei propri clienti.

Come funzionano i CDS

Il funzionamento dei CDS è relativamente semplice (almeno, nelle sue fondamenta didattiche), e nasce per poter soddisfare una diffusa esigenza del creditore di proteggersi dal rischio di credito del debitore. Per poter evitare di subire le conseguenze più nocive derivanti dal rischio di cui sopra, il creditore può dunque correre ai ripari andando a sottoscrivere una specifica assicurazione con un terzo, che lo tutelerà contro la crisi del debitore. Tale terzo soggetto svolge pertanto il sostanziale ruolo di assicuratore, pagando l’ammontare dell’assicurazione (il valore nozionale) nell’ipotesi in cui il debitore vada in default e non sia più in grado di sostenere il pagamento di quanto dovuto nei confronti del creditore. Naturalmente, così come previsto in qualsiasi contratto di assicurazione, per poter godere di tale servizio il creditore pagherà dei corrispettivi periodici (un premio, eventualmente frazionato) nei confronti del terzo. Fin qui, tutto chiaro, o quasi: il CDS può infatti essere interpretato come un comune contratto assicurativo, simile a quello che possiamo sottoscrivere per proteggere la nostra auto o la nostra casa.

Quali sono le caratteristiche specifiche dei CDS

Naturalmente, i CDS non sono degli strumenti così “semplici” da interpretare. In primo luogo, tali strumenti non sono scambiabili su un mercato regolamentato (come quello azionario di Borsa Italiana, per intenderci), ma sono negoziati OTC, over the counter. I CDS possono inoltre essere stipulati sia su un bond governativo che su obbligazioni societarie, fornendo – per ciascuno di essi – un valore che è espresso in punti base: la sua quotazione è infatti contraddistinta da un valore percentuale sul nozionale di riferimento (ad esempio un CDS di 100 punti base corrisponde all’1% del capitale assicurato).

Proprio la quotazione del CDS diventa pertanto un indicatore di rischio molto importante, considerato che esprime quando il creditore dovrà fornire al terzo per potersi assicurare sul nozionale e sulla specifica controparte. Pertanto, all’incremento della quotazione non potrà che aumentare anche il rischio del debitore o, se preferite, al crescere del valore del CDS crescerà anche la probabilità di insolvenza del debitore.

Perché i CDS sono stati usati ai fini speculativi

Come abbiamo più volte ricordato, i CDS sono strumenti derivati puramente di copertura. Eppure, sono stati altresì responsabili di alcuni dei più gravi dissesti della storia finanziaria internazionale recente. Ma come è possibile che uno strumento di “assicurazione” e di “protezione” possa trasformarsi in un’arma pericolosa nelle mani di investitori poco accorti? La spiegazione è, anche in questo caso, facilmente riassumibile: i CDS, così come tutti gli strumenti derivati e, più in generale, tutti gli strumenti finanziari, sono infatti ben utilizzabili anche per finalità speculative, considerato che il creditore che ha sottoscritto il CDS può ben decidere di vendere il contratto prima del tempo, andando così a incassare la differenza dei premi nel momento della cessione del contratto. Dunque, in sostanza, negoziando CDS si può scommettere sull’aumento o sulle diminuzioni delle probabilità di default di una società o di uno Stato, cercando di ottenere la migliore redditività dalla differenza di prezzo.

Purtroppo, anche nel recente passato, un incongruo utilizzo dei CDS ha condotto alla crisi di importanti compagnie assicuratrici e finanziarie nel momento in cui si sono verificati gli eventi coperti dal contratto. Il più famoso è, probabilmente, il caso dei mutui subprime: negli Stati Uniti tantissimi istituti finanziari e assicurativi avevano stipulato dei CDS su obbligazioni indicizzate sul settore immobiliare, che all’epoca era ritenuto solido e solvibile, e che invece fu al centro di una pericolosa bolla. Quando il mercato immobiliare ha iniziato ad entrare in crisi, generando problemi agli intermediari per la mancanza dei ritorni da mutui e prestiti, la crisi di liquidità è improvvisamente scoppiata: le somme che le società assicuratrici dovevano restituire in seguito ai contratti stipulati superava infatti di gran lunga la cassa che era disponibile.

Proprio per questo motivo gli strumenti derivati e i CDS non godono oggi di una meritata nomea. E, probabilmente, lo fanno in maniera ben poco gloriosa: i CDS sono infatti degli utili strumenti di copertura, e un loro utilizzo congruo è potenzialmente ottimale per i propri fini.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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