Archiviata la sessione odierna e quella di domani, che vedono comunque il buon apporto di una serie di dati di rilevanza (in area euro, stima su crescita PIL e inflazione, negli USA la spesa personale, il reddito, il risparmio, il deflatore consumi, la spesa in costruzioni, l’ISM manifatturiero e le vendite di autoveicoli), giunge il momento di programmare il post-ponte (almeno per gli italiani!). In altri termini, che cosa bisogna tenere sotto controllo nel calendario macroeconomico dei prossimi giorni?
Cominciamo da mercoledì 2 novembre, la giornata che segna il ritorno all’operatività per tutti quegli italiani che hanno goduto del ponte di fine ottobre. Mercoledì nell’area euro sarà la volta della pubblicazione del tasso di disoccupazione della principale economia, la Germania, in cui il dato è visto stabile a 6,1 per cento a ottobre per il sesto mese consecutivo. Il mercato del lavoro è al pieno impiego. La crescita degli occupati soggetti a contribuzione, i cosiddetti good jobs, potrebbe rallentare ancora nei prossimi mesi a meno di un aumento della forza lavoro. Sempre in area euro, la seconda stima dovrebbe confermare il PMI manifatturiero in aumento a 53,3 punti da 52,6 punti, per un livello che è il massimo da aprile 2014, e con la spinta che è venuta dalla domanda estera. Il dato è coerente con un contributo più vivace del manifatturiero alla crescita del PIL. Negli USA, in uscita i dati sulla stima ADP degli occupati non agricoli privati a ottobre, che è prevista dal consenso in rialzo di 160 mila, dopo 154 mila di settembre.
Giovedì 3 novembre è invece la volta, in area euro, di qualche novità abbastanza di rilievo. In particolare, il bollettino BCE rilancerà il messaggio della conferenza stampa di ottobre e la determinazione del Consiglio a mantenere invariato lo stimolo monetario sull’orizzonte di previsione. Tra i dati attesi, usciranno quelli relativi al tasso di disoccupazione area euro, che è stimato essere in calo a settembre di un decimo al 10 per cento, dopo cinque mesi di fermo. Le indicazioni dalle indagini di fiducia sono di una crescita graduale degli occupati intorno all’1,0 per cento. A proposito di mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è atteso stabile a 11,4 per cento a settembre. Si tratta di un minimo dal 2012, ma il trend di calo sembra essersi interrotto nell’ultimo anno. La discesa dei senzalavoro è vista riprendere nell’ultima parte dell’anno, anche perché le imprese potrebbero approfittare degli ultimi mesi per godere degli incentivi generalizzati sulle nuove assunzioni a tempo determinato.
In area USA, si attendono i dati relativi alla crescita della produttività nel terzo trimestre, che è prevista in aumento di 1,6 per cento trimestre su trimestre annualizzata, in moderata ripresa dopo il calo di -0,6 per cento del secondo trimestre. Il costo del lavoro per unità di prodotto dovrebbe crescere di 1,5 per cento, con una accelerazione su base tendenziale a 2,8 per cento su base annua da 2,2 per cento su base annua del secondo trimestre. Infine, tenete conto come l’ISM non manifatturiero a ottobre dovrebbe correggere a 56 punti da 57,1 punti di settembre. Fra le indagini regionali dei servizi a ottobre, la Business Leaders Survey della NY Fed si è mantenuta in territorio negativo, con l’indice di attività a -13,2 punti, anche se la componente occupazione è salita a 9,7 punti e quella relativa ai salari ha dato segnali di accelerazione. Come per il manifatturiero, va rilevato che il Beige Book registrava condizioni più deboli nel distretto di NY, mentre nelle altre aree le indicazioni erano positive, con uno scenario di moderata espansione. La Nonmanufacturing Business Survey della Philadelphia Fed a ottobre ha registrato condizioni poco variate rispetto a settembre, moderatamente espansive, coerenti con modesta crescita. Il PMI Markit dei servizi è aumentato di 2 punti, dando indicazioni anche più positive. L’ISM dovrebbe dare segnali incoraggianti per la crescita del quarto trimestre.
Infine, diamo un’occhiata a ciò che potrebbe accadere venerdì 4 novembre, quando in area euro il PMI composito dovrebbe essere confermato in aumento a 53,7 punti da 52,6 punti, al massimo da inizio 2016 e coerente con una crescita del PIL Eurozona di almeno 0,4 per cento trimestre su trimestre nei mesi finali dell’anno. Negli USA, l’employment report di ottobre catalizzerà l’attenzione del giorno: il dossier dovrebbe mostrare un aumento di occupati non agricoli di 160 mila. Sulla base delle indicazioni delle indagini, si dovrebbe vedere un’espansione sempre solida degli occupati nei servizi privati, e una modesta variazione positiva nel manifatturiero e nell’estrattivo; anche le costruzioni dovrebbero vedere un aumento di occupati. Il settore pubblico dovrebbe registrare un recupero dopo la correzione anomala di -12 mila a settembre. Il tasso di disoccupazione dovrebbe calare a 4,9 per cento, dopo il rialzo a 5 per cento di settembre. La partecipazione dovrebbe stabilizzarsi, o calare modestamente, dopo 4 mesi consecutivi di aumenti della forza lavoro molto forti (in media +360 mila). I salari orari sono previsti in rialzo di 0,3 per cento mese su mese (2,6 per cento anno su anno). I dati dovrebbero confermare ulteriore miglioramento del mercato del lavoro e dare informazioni coerenti con l’aspettativa di un rialzo dei tassi della Fed a dicembre, considerato che riteniamo che la riunione del 2 novembre si concluderà con un sostanziale rinvio.