Dopo un lungo silenzio che durava dal 2014, la Grecia ha scelto di tornare sul mercato obbligazionario lanciando un bond da 5 anni utile per poter reperire nuovi capitali. Un riaffaccio sul mercato dei titoli di debito che si concretizza con un’offerta lanciata proprio in queste ore, secondo le condizioni del mercato, con regolamento il primo agosto.
Per poter condurre l’operazione, il ministero delle Finanze ha fatto affidamento su Bnp, Bank of America Merrill Lynch, Citi, Deutsche Bank e HSBC. Istituti di credito evidentemente ben lieti di fare la loro parte nel ritorno ai capitali di Atene, dopo che Standard & Poor’s ha (generosamente?) rivisto al rialzo l’outlook della penisola ellenica da stabile a positivo, sulla speranza di un’ulteriore riduzione del debito da parte dei partner europei.
Soddisfatto della pianificazione dell’operazione anche il premier greco, Alexis Tsipras, che vede in tale transazione un tassello del mosaico del ritorno alla “normalità ” per l’ardua sorte della Grecia. “Il peggio della crisi è ora chiaramente alle nostre spalle” – ha affermato il primo ministro di Atene al quotidiano britannico Guardian – sottolineando poi che è oggi possibile affermare con certezza come l’economia sia in risalita.
Naturalmente, la strada verso la definitiva uscita dalle difficoltà non è affatto scontata e priva di pericoli. E, soprattutto, sembra dipendere dalle decisioni dei principali creditori di Atene, con il Fondo monetario internazionale che, in tal senso, ha comunque affermato di voler ribadire l’accordo di principio all’esborso di nuovi prestiti al Paese, per 1,8 miliardi di dollari. Il benestare del consiglio esecutivo del Fondo è condizionato all’alleggerimento del debito greco da parte dei suoi creditori europei che, come sopra già anticipato in riferimento a quanto avviene in orbita rating, sembra dunque essere la leva principale su cui far poggiare la ripresa ellenica.
Ad ogni modo, la decisione del Fmi arriva al termine di due anni di sospensione della sua partecipazione al programma di aiuti alla Grecia. “Come abbiamo detto più volte – ha spiegato la direttrice dell’Fmi Christine Lagarde – anche se il programma di aggiustamento dovesse essere adottato pienamente, la Grecia non sarà capace di assicurare la sostenibilità del debito da sola. Il Paese ha bisogno di nuove misure di alleggerimento da parte dei suoi partner europei”.
Occorrerà dunque comprendere se il Fmi accetterà realmente di invertire la tendenza. Nel 2015 il Fondo si rifiutò di partecipare al nuovo programma di aiuti in favore della Grecia a causa del debito pubblico ritenuto insostenibile (a fine 2016 il passivo ammontava al 179% del Pil). Ora, una attesa apertura, anche se la partita sembra essere molto complicata.