L’indice Ftse Mib riesce a mettere in cascina un rialzo dello 0,72%, terminando la sessione di Martedì 10 Dicembre a 23.122 punti, ribaltando l’andamento fortemente ribassista della mattinata, in cui il principale listino azionario italiano era piombato su un minimo a 22.790 punti, cedendo oltre lo 0,7%.
Il ribaltamento del sentiment di trader ed investitori, che si sono affrettati a girarsi al rialzo, è stato condizionato dai rumors arrivati sul fronte della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Sembrerebbe che gli USA siano propensi a far slittare l’applicazione di nuove tariffe sulle importazioni cinesi oltre la data stabilita del 15 Dicembre, in modo tale di riuscire a concludere la tanto agognata “ fase 1 “ dell’accordo.
L’agenda macro interna ha visto la produzione industriale scendere dello 0,3% nel mese di Ottobre, facendo peggio del -0,2% delle attese, ma rallentando il calo rispetto al -0,4% del mese precedente. La suddetta lettura, su base annua, ha invece mostrato una contrazione del 2,4%, peggiorando rispetto al -2,2% di Settembre. Deluse le aspettative degli analisti, che invece avevano pronosticato un calo più modesto, pari a -2%. L’ISTAT ha inoltre rivelato che il dato destagionalizzato ha fatto registrare un calo del 2,4%, in peggioramento rispetto al +0,9% di Settembre.
Si segnala inoltre che il Leading Indicator Ocse ha evidenziato che nel mese di Ottobre la crescita in Italia ha continuato a ristagnare al di sotto del trend, confermandosi in linea con le precedenti analisi degli ultimi quattro mesi. L’indicatore composito, sempre a cura Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) , che anticipa le tendenze economiche attese su un orizzonte temporale di sei-nove mesi , ha invece fatto registrare un calo a 99,1 punti dai 99,2 punti della stima di settembre. Più stabile, invece, la crescita attesa in tutta l’Eurozona.
Tra i temi più caldi sui singoli titoli, il possibile ingresso della Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Atlantia, che ha fatto guadagnare alle azioni della Holding che controlla gran parte delle concessioni autostradali il 3,4%.
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Andamento future indice Ftse mib sul breve-medio periodo
Quadro tecnico di breve-medio periodo molto incerto per il derivato dell’indice Ftse Mib che, come evidente sul grafico con time-frame giornaliero in alto, si trova ingabbiato tra le medie mobili minori a 10 e 25 giorni (rispettivamente la linea di colore azzurro e la linea rossa sul grafico) e la media mobile a 50 giorni (la linea di colore verde sul grafico).
Il sentiment di brevissimo è tuttavia negativo, in quanto a comandare è la forte candela ribassista disegnata lo scorso 2 Dicembre, con massimo a 23.405 punti e minimo a 22.685 punti.
L’eventuale break-out di uno dei due livelli, con conferma nelle sedute successive, con elevate probabilità detterà l’andamento del FIB a cavallo tra fine anno e l’inizio del 2020.
L’uscita dalla parte bassa dei livelli appena segnalati potrebbe causare un primo affondo in area 22.100-22.000 punti ed un successivo scivolone in area 21.800-21.600 punti.
L’uscita oltre la resistenza segnalata potrebbe invece favorire un primo allungo in area 23.700-23.800 punti, con possibili estensioni verso area 24.000 punti.
Pattern di trading future indice Ftse mib (FIB) valido da 1 a 5 giorni
Il pattern di trading rialzista si attiva in caso di chiusura oraria maggiore di 23.160 e pronostica i primi due target price in area 23.245 e 23.385 punti; stop loss in caso di discesa sotto 23.015 punti in close orario. Mantenere o incrementare le operazioni Long in caso di chiusura oraria oltre 23.385 punti, per cercare di prendere profitto in primo luogo a 23.415 punti e successivamente a 23.490 punti; stop loss in caso di ritorno sotto 23.115 punti in close orario.
Si consiglia di attivare nuove posizioni Long in caso di break-out orario o daily di 23.490 punti, per sfruttare eventuali allunghi in area 23.590 e 23.680 punti, estesi a 23.825 punti; stop loss in caso di ritorno sotto 23.245 punti in chiusura oraria o daily. Long speculativi in caso di affondo in area 22.275 punti, per approfittare di eventuali veloci rimbalzi a 22.415 e 22.620 punti, estesi a 22.715 punti; stop loss in caso di ulteriori cali sotto 22.000 punti in chiusura oraria o di giornata.
Il pattern di trading ribassista, invece, prende forma in caso di discesa sotto 23.015 punti in chiusura di candela oraria e fissa i primi due obiettivi in area 22.930 e 22.875punti; stop loss in caso di close orario maggiore di 23.160 punti. Mantenere o aumentare l’esposizione Short in caso di rottura del supporto orario a 22.875 punti, per cercare di prendere profitto in prima battuta a 22.715 e successivamente a 22.620; stop loss in caso di recupero oltre 23.015 punti in chiusura oraria.
Insistere con nuove posizioni corte nel caso in cui la pressione delle vendite dovesse spingersi sotto 22.620 punti in chiusura di candela oraria o daily, per tentare di ricoprirsi in area 22.500 e 22.415 punti, estesa a 22.275 punti; stoppare le operazioni in caso di recupero di 22.875 punti in chiusura oraria o giornaliera. Short speculativi in caso di ulteriori allunghi in area 23.825 punti, per sfruttare possibili correzioni a 23.680 e 23.490 punti, estesi a 23.385 punti; stop loss con close daily oltre 24.065 punti.