Il petrolio sembra aver concluso il suo rally. Una conferma giunge al riguardo anche dall’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) che evidenzia come la produzione di greggio su scala mondiale sia calata a maggio di 590mila barili al giorno. È il primo importante ribasso dall’inizio del 2013. Le stime sui consumi sono però attese in crescita.
Produzione greggio
Una rallentamento della produzione derivante principalmente dai Paesi non Opec. In un anno sono andati persi 1,3 milioni di barili al giorno.
Le nazioni Opec hanno invece estratto circa 500mila barili in più, una crescita dovuta soprattutto all’Iran dopo la revoca delle sanzioni.
Iran in ripresa ma altri Paesi Opec in difficoltà, primi fra tutti Libia e Nigeria, dove i disordini e i problemi non sembrano volgere al termine.
Una situazione difficile che sta coinvolgendo anche il Venezuela, nazione che attraversa una grave recessione economica e che ha estratto l’11% di greggio in meno rispetto alla media dello scorso anno.
L’Agenzia internazionale nel suo bollettino mensile ha comunque rivisto al rialzo la stima sulla crescita della domanda di greggio per il 2016, portandola a 1,3 milioni di barili al giorno, a fronte di una precedente previsione di 1,2 milioni.
Le stime per il 2017 sono orientate verso un incremento dei consumi. Il prossimo anno la domanda globale dovrebbe raggiungere i 97,4 milioni di barili.
Una maggiore richiesta di greggio trainata dalla ripresa dei consumi soprattutto nei Paesi emergenti asiatici, su tutti Cina e India.
Secondo l’Aie dunque il consumo di petrolio crescerà più del previsto quest’anno e rimarrà sostenuto nel 2017, mentre la produzione è prevista in calo.
La ripresa del prezzo del petrolio resta comunque per il momento piuttosto complessa per l’Aie.
Quotazione Petrolio in tempo reale
Il rally delle quotazioni del petrolio nei primi mesi dell’anno potrebbe essere già terminato. È quanto sostiene al riguardo la banca d’affari USA, Morgan Stanley, secondo cui nei mesi a seguire è probabile un nuovo importante incremento della produzione petrolifera.
Come diretta conseguenza, il prezzo delle quotazioni del greggio scenderà al di sotto dei 50 dollari. Non è escluso che possa arrivare a toccare i 30 dollari.
Un ritorno ai minimi di inizio anno, proprio quando il greggio valeva, appunto, 30 dollari.
Gli analisti della banca americana tengono comunque a sottolineare che tali previsioni possono però essere influenzate da una moltitudine di fattori geopolitici che al momento risulta difficile pronosticare.
Basti pensare che la Nigeria ha perso 250 milioni di barili di produzione a seguito delle agitazioni nel paese, con l’output crollato a 1,37 milioni, sui valori minimi degli ultimi 30 anni.
Nel momento in cui scriviamo, sui mercati finanziari sia il Brent che il WTI scendono al di sotto dei 50 dollari al barile.