Stando agli ultimi dati ufficiali, il PIL italiano è cresciuto di 0,3 punti percentuali su base trimestrale nel terzo periodo dell’anno, dopo la variazione nulla dei tre mesi precedenti. Il dato è risultato essere superiore alle attese di consenso, pari a 0,2 punti percentuali su base trimestrale, portando la crescita annua ad accelerare più del previsto a 0,9 per cento dallo 0,7 per cento del trimestre precedente. Ciò è dovuto anche alla revisione verso l’alto del dato sul primo trimestre 2016, da 0,3 per cento a 0,4 per cento, sempre su base trimestrale.
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Perché il Pil è cresciuto oltre le attese
Anche se il dettaglio delle componenti non è ancora noto (ma verrà diffuso solamente il prossimo primo dicembre), è possibile ricordare come l’Istat abbia già accennato al fatto che l’espansione è il risultato di una crescita del valore aggiunto sia nell’industria che nei servizi (a fronte di un calo nell’agricoltura). Bisogna solo comprendere quanto possa essere stato il contributo da parte dell’industria (al netto delle costruzioni), valutato che l’output nel settore è cresciuto nel trimestre al ritmo più elevato degli ultimi sei anni. Un contributo positivo potrebbe essere arrivato anche dal settore delle costruzioni, mentre considerato il periodo, all’interno dei servizi una mano d’aiuto potrebbe essere venuta dal turismo.
Appare inoltre già evidente che, a differenza che nel trimestre precedente, la crescita è tornata a venire dalla domanda domestica (quantomeno al lordo delle scorte), mentre il commercio con l’estero ha dato un contributo negativo: in base ai dati mensili nominali, entrambi i flussi commerciali dovrebbero essere cresciuti per il secondo trimestre consecutivo, ma, in estate al contrario che in primavera, la dinamica dell’import sembra essere stata più vivace di quella dell’export (peraltro, non sono stati ancora diffusi i dati sul commercio con i Paesi Ue di settembre).
La stima sulla crescita annua
Dopo il dato relativo al terzo trimestre, la crescita “acquisita” per il 2016 (ovvero, nel caso il PIL non cresca nell’ultimo trimestre dell’anno) è pari a 0,8 per cento. bisognerà tuttavia comprendere cosa accadrà negli ultimi giorni dell’anno, per i quali gli analisti stimano una nuova crescita, ma meno vigorosa, e probabilmente intorno a 0,1 per cento su base trimestrale, proprio in ragione di un minor contributo dall’industria dopo l’exploit estivo. D’altra parte le indagini di fiducia dal lato delle imprese hanno evidenziato un lieve miglioramento negli ultimi mesi, che suggerisce che l’attività economica possa essere cresciuta anche a fine anno, sia pure su ritmi inferiori a quelli estivi. Nel caso in cui il PIL rallentasse a +0,1 per cento trimestrale nel trimestre corrente, la crescita media annua 2016 sarebbe pari a 0,85 per cento. Ciò suggerisce che, dopo il dato odierno, i rischi sulla stima di 0,8 per cento per la crescita media annua 2016 siano verso l’alto.
Il Pil dell’area euro
Chiudiamo infine con un rapido sguardo alla crescita del Pil per l’area euro, avanzata di 0,3 per cento su trimestre, e dell’1,6 per cento annuo, per un ritmo simile a quello dei mesi primaverili. Il dato è in linea con le attese e coerente con una media 2016 di +1,6 per cento, in rallentamento dal +1,9 per cento del 2015.
Nel trimestre estivo si riscontra un’ampia dispersione della performance di crescita tra paesi. In Germania la crescita si è fermata a 0,2 per cento su trimestre, a causa principale di un andamento debole del canale estero ma anche degli investimenti in macchinari. In Italia, come già ricordato, il Pil è cresciuto di +0,3 per cento su trimestre dopo lo stallo dei mesi primaverili. Meglio è andata in Olanda, con una crescita di 0,7 per cento su trimestre, per il terzo trimestre consecutivo, grazie alla spinta di consumi e esportazioni. In Portogallo il Pil è invece cresciuto di 0,8 per cento su trimestre e dell’1,6 per cento annuo, da 0,3 per cento su trimestre e 0,9 per cento annuo, grazie alla spinta del canale estero. Francia e Spagna avevano già pubblicato le stime per il terzo trimestre, rispettivamente pari a 0,2 per cento su base trimestrale e 0,7 per cento su base trimestrale.
A questo punto, fatta eccezione per i soli casi di Francia e di Olanda, non si hanno ancora i dettagli sui contributi alla crescita del Pil delle diverse componenti di domanda, ma soltanto alcune frammentarie indicazioni. Alla luce di ciò, pare che la principale determinante della crescita sia stata quella dei consumi privati, che dovrebbero aver riaccelerato dallo 0,2 per cento su trimestre nel secondo periodo dell’anno. La crescita delle esportazioni dovrebbe invece essere stata modesta, mentre gli investimenti in macchinari non dovrebbero aver registrato un’accelerazione molto decisa. La spesa in costruzioni dovrebbe aver recuperato, almeno in Germania e, forse, in altri 1-2 Paesi.
Per quanto concerne le previsioni sull’ultima parte dell’anno, le indicazioni dalle indagini congiunturali PMI, fiducia economica della Commissione Europea indicano una riaccelerazione dell’industria nei mesi finali dell’anno grazie alla spinta dal commercio internazionale. Nel contempo, i fondamentali rimangono ancora di supporto per consumi e investimenti. Per l’ultima parte d’esercizio è dunque stimabile una crescita di 0,3-0,4 per cento trimestre su trimestre, mentre per il 2017 il ritmo potrebbe accelerare a 1,4-1,5 per cento.