Primo utile di bilancio per Tiscali, ma il risultato è illusorio

Dopo circa 20 anni di attività, Tiscali riesce nell’impresa di chiudere un bilancio in utile. Una buona notizia, certo, ma meno di quanto gli analisti potessero attendere, visto e considerato che i 24,5 milioni di euro di profitti che Tiscali ha realizzato nella prima parte del 2017 sono quasi esclusivamente influenzati dalla plusvalenza conseguita dalla cessione delle attività nei confronti della clientela business a Fastweb per 43 milioni di euro.

Ne deriva che senza tale voce non ripetibile il risultato sarebbe stato molto vicino ai 17,7 milioni di euro di perdita dell’esercizio precedente, tanto che – in effetti – il differenziale tra i ricavi e i costi caratteristici è pari a -12,9 milioni di euro contro – 12,6 milioni di euro di un anno prima.

Sulla società fondata di Renato Soru pesano ancora in maniera rilevante gli ammortamenti, per 23,7 milioni di euro, che erodono gran parte del margine operativo lordo, “pressato” a 14,4 milioni di euro. Il buono sviluppo dei ricavi (+ 6,7% a 103,6 milioni di euro) e del margine operativo (+ 2%) sono stati insufficienti a compensare la crescita dei costi, e l’utile netto finale è dunque giunto solamente grazie alle cessioni realizzate, e alla plusvalenza conseguente.

Per quanto concerne poi i numeri portati in dote, la società afferma di essere riuscita ad incrementare i clienti del mobile di 56 mila unità, e quelli del fisso di 32 mila unità. Bene anche lo sviluppo dei grandi consumatori di banda larga, cresciuti di 56 mila euro. La politica di riduzione del personale mediante outsourcing ha poi permesso alla compagnia di contenere le spese per 4,2 milioni di euro, sebbene la spesa per i servizi sia cresciuta più del doppio (9,3 milioni di euro).

A questo punto, i dubbi sullo sviluppo della compagine sono tutt’altro che dissipati, e non è un caso che Riccardo Ruggiero, ora al timore della società abbia espresso chiaramente l’opinione che la continuità aziendale è assicurata solamente nel caso in cui il piano industriale sarà realizzato, e se le banche concederanno le clausole di sospensione dei pagamenti sul debito.

Gli istituti di credito sembrano pertanto rivestire un ruolo decisivo per la sostenibilità di Tiscali sul mercato, e anche se fino ad ora non hanno mai privato il gruppo del loro supporto, non è affatto chiaro quel che potrebbe succedere dopo un ventennio di pazienza, in un contesto in cui i soci russi non hanno probabilmente fornito il supporto atteso (l’ultima iniezione di capitali è stata di 11 milioni di euro, pochini per poter garantire la ripartenza dei progetti di Tiscali).

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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