Proiezioni per l’economia italiana, lo sguardo positivo della banca d’italia

La Banca d’Italia, nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, ha pubblicato ieri (6 Giugno 2016) le Proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana valide per il prossimo triennio. Queste proiezioni seguono quelle concernenti l’area dell’euro, pubblicate qualche giorno fa mentre le proiezioni per i singoli stati invece saranno disponibili sul sito della Banca Centrale Europea nel giro di due settimane. Le previsioni per l’Italia si basano su due condizioni dello scenario internazionale che risulta nel suo complesso per lo più debole.

Da un lato c’è il peso del rallentamento delle economie emergenti che affatica l’economia globale nonostante l’espansione costante dei paesi avanzati: Cina in primis sta subendo un rallentamento della propria economia. Dall’altro invece, le condizioni monetarie largamente espansive dei paesi avanzati, il generale orientamento della politica fiscale e il basso livello dei prezzi del petrolio sono a sostegno della crescita.

Date queste condizioni, le previsioni per l’economia italiana promuovono soprattutto la domanda interna a favore della crescita: il PIL si è rafforzato nel primo trimestre del 2016 (rispetto alla fine del 2015) beneficiando del riavvio della manifattura, del consolidamento della ripresa nel settore dei servizi e nel comparto edile e ci si aspetta un’ulteriore crescita per il presente trimestre, per una media annuale di 1,1% per il 2016.
La previsione per il triennio è quindi di crescita del PIL, seppur lieve (si parla di circa 1,2% di media annua per il 2017 e 2018). La domanda interna si sosterrebbe grazie all’accelerazione dei consumi, al miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro e alla ripresa degli investimenti (beneficiando di condizioni finanziarie favorevoli e degli incentivi alla spesa in beni strumentali introdotti nell’ultima legge di stabilità per l’anno in corso).

Per quanto riguarda l’occupazione in Italia, il consolidamento dell’attività economica e gli interventi di sostegno alla domanda di lavoro contribuirebbero al suo rafforzamento: la nuova disciplina dei rapporti di lavoro e gli sgravi contributivi hanno già stimolato dal 2015 l’aumento di assunzioni con contratti a tempo indeterminato e hanno aumentato i livelli di occupazione generale. La disoccupazione giovanile invece rimane ancora molto alta.
– La previsione per il triennio quindi è di un aumento di circa il 2% dell’occupazione totale e del 2,5% circa nel settore privato. L’offerta di lavoro crescerebbe lievemente per il miglioramento delle prospettive occupazionali mentre il tasso di disoccupazione scenderebbe lentamente di oltre un punto percentuale fino al 2018.

Per quanto riguarda l’inflazione, questa è tornata negativa e permane su valori storicamente molto bassi. Si stima che per il 2016 rimarrà pari a zero e risente degli ampi margini di capacità produttiva e di forza lavoro inutilizzati.
– La previsione per il triennio è comunque di una crescita graduale (0,9% nel 2017 e 1,5% nel 2018) composta sia dal contributo delle importazioni sia quello dei prezzi interni.

Si può concludere quindi che l’andamento cauto dell’economia italiana subisce per lo più l’influenza negativa delle tensioni geopolitiche globali: i rischi che ne derivano riguardano prevalentemente gli scambi internazionali. Se la situazione non migliora, gli scambi potrebbero rimanere frenati per un periodo maggiore a quello previsto e i mercati finanziari diverrebbero più imprevedibili.

Eventuali revisioni, ampliamenti ed aggiornamenti delle previsioni di andamento dell’economia italiana verranno comunque pubblicate sul Bollettino economico della Banca d’Italia il 15 Luglio.

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