Yahoo! chiuderà i battenti dopo l’acquisizione da parte di Verizon?

La scorsa estate è iniziata una lunga trattativa tra i vertici aziendali di Verizon e di Yahoo! per l’acquisto di quest’ultima.

Ora che l’accordo è quasi del tutto definito appare chiaro che un altro dei marchi pionieri di internet sparirà dal mercato: sopravvissuto alle varie bolle del mercato di internet, non è riuscito a continuare ad innovare per rimanere competitivo.

Yahoo! dall’ascesa al declino

Yahoo! fu fondata nel 1995 da alcuni studenti della Stanford University: da piccola azienda della Silicon Valley si tramutò in un colosso del Web, arrivando in poco tempo ad avere un ruolo predominante sul mercato.

Nel suo periodo d’oro l’azienda ha raggiunto il valore di 125 miliardi di dollari, salvo poi perdere la sua egemonia in favore di altri concorrenti che hanno saputo sottrarle quote di mercato.

Negli ultimi dieci anni, sotto la guida di Marissa Mayer, la società ha provato a recuperare la leadership nel suo settore, cercando di rinnovarsi e di recuperare il terreno perduto nei confronti di Google e Facebook.

Anche il costoso acquisto di Tumblr non è riuscito a fermare il declino di Yahoo!, culminato nei recenti scandali per cui i dati sensibili di milioni di utenti sono stati rubati a causa di una breccia nei sistemi di sicurezza.

Da Yahoo! a Alibaba

Verizon sta completando l’acquisizione di Yahoo! per 4,8 miliardi di dollari, spiccioli rispetto al massimo valore raggiunto dall’azienda.

E i rumors sulla vicenda raccontano che il prezzo finale potrà essere ancora inferiore a quello dichiarato la scorsa estate per via della perdita di valore dovuta alle falle nella sicurezza venute a galla negli ultimi mesi.

L’acquisto di Yahoo! arriva un anno dopo quello di AoL – America on Line dell’anno precedente, per 4,4 miliardi di dollari.

Nei piani di Verizon c’è il trasferimento del core business di Yahoo per potenziare il proprio assetto societario già migliorato con l’innesto delle risorse di AoL.

La storica azienda della Silicon Valley sparirà quindi dal mercato, venendo in parte inglobata e fusa con AoL per potenziare l’offerta di servizi di Verizon.

Yahoo! detiene però una quota del 15% del gigante dell’eCommerce Alibaba e una quota societaria del 35,5% in Yahoo! Japan: per gestire queste partecipazioni al capitale delle due aziende Verizon ha deciso di creare una nuova società.

Ciò che resta dell’ex colosso californiano verrà gestito dalla neonata Alibaba, costituita ad hoc.

Questa sarà guidata da da un board in cui resteranno solo cinque membri dell’attuale consiglio di amministrazione di Yahoo!: Tor Braham, Catherine Friedman, Eric Brandt, Jeffrey Smith and Thomas McInerney.

Il co-fondatore David Filo e l’attuale CEO Marissa Mayer non faranno parte della nuova società e le indiscrezioni parlano di una buonuscita di 57 milioni di dollari per la donna che ha guidato le scelte aziendali dell’ultimo decennio.

Verizon e la rincorsa al duopolio di Google-Facebook

Il core business di Verizon negli Stati Uniti è fornire servizi di rete agli americani.

L’azienda è nata dalla fusione di piccole realtà locali ed è ora diventata un colosso con una capitalizzazione di mercato di oltre 200 miliardi di dollari.

Consolidatasi nel suo mercato di riferimento, la società sta cercando ora di ritagliarsi un ruolo nel mondo dell’online advertising.

Quando avrà ultimato l’acquisizione di Yahoo! sarà pronta a sfidare i due colossi del momento o avrà bisogno ancora di inglobare altre realtà in crisi per arricchire il proprio know-how?

Con l’expertise di Yahoo! e le risorse economiche a disposizione potrebbe lanciare la sfida a Google e Bing per avere una propria quota nel mercato nelle inserzioni nei motori di ricerca.

Entrando in possesso di Tumblr, attualmente appartenente a Yahoo!, potrebbe inserirsi nello scenario del mercato pubblicitario legato ai social network.

E con Twitter in piena crisi e in cerca di acquirenti il prossimo tassello potrebbe essere l’assalto alla piattaforma di microblogging per cercare di interrompere l’egemonia di Facebook.

Oppure una terza ipotesi potrebbe essere una piattaforma di advertising che offra la possibilità di raggiungere il proprio target sia sui motori di ricerca che sui social posseduti.

Questo risiko del web potrebbe verificarsi all’indomani dell’accordo definitivo che sancirà la scomparsa di uno dei marchi più noti della rete.

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